miércoles, 2 de abril de 2008

ANONIMO


Si penso la vecchiaia

come il tempo della sua gioia

é la sua gioia

nello vorace dei giorni

lotto per riscattarla

delle ombre fino alla luce

a volte, penso

in un orologio cua corda si fermò

e lei è regina

nella propolazione dei suoi ricordi

come in un acuarello

è il regno dei pastelli

i grigi macchiati di azzurri

e in un orizzonte lontano

una luce ridotta

per gli occhi come di una

bianca cecità

nella mia ansieta volessi

intronizzare la primavera

ma dovo soccombere

nella penombra d΄ un inverno

che a volte è di ore fredde

e mi resta un resabio di molti ricordi

a volte era dura

a volte era saggia

si ammiro è il suo silenzio

e mi ribello avanti i seri taciuti

nelle sue rovine

nelle sue camere

oggi solo mi resta

il sue santuario di passi secreti

che portano nel suo mistero

la presenza che come

le stagioni non cambiano

il bianco della sua cana inscrespata

è la mia mamma.


Patricia Gordillo








2 comentarios:

Mayory dijo...

Yo no tuve la suerte de ver a mi madre en su vejez.Bello poenma.
Saludos

Patricia Gordillo Serrano dijo...

Cara Mayory:

Aunque me toca ver a mi Madre en la vejez es un sentimiento contradictorio el ver envejecer a los que uno quiere, aunque es la ley de la vida, me entristece.

Hasta Siempre



Patricia Gordillo


Córdoba - Argentina


www.patriciagordillo.com.ar


elsubeybajadelamarea.blogspot.com